Le case passive sono abitazioni ecosostenibili che si inseriscono nello spazio il più possibile in armonia con l’ambiente. Case sempre più indispensabili nell’immediato futuro per fare un passo verso la salvaguardia della Terra già vessata dal surriscaldamento globale e dall’inquinamento.
Cos’è una casa passiva?
Già trent’anni fa veniva usato questo termine, nato dall’unione di due università, una tedesca e una svedese, che hanno deciso di dare il via ad un nuovo concept abitativo. Questa nuova casa aveva tre requisiti fondamentali, doveva essere sostenibile, autosufficiente, green, tutti requisiti necessari ancora oggi più che mai.
Nello specifico, la casa è detta “passiva” perché il calore trasmesso dal sole attraverso le finestre e quello generato dagli elettrodomestici e dagli abitanti, è pressoché sufficiente a compensare le perdite dell’edificio durante l’inverno. L’architettura passiva punta tutto sulle “masse di accumulo termico”, adottando materiali capaci di trattenere al meglio la temperatura, come quelli pesanti che ci arrivano in dote dall’edilizia tradizionale (pietra, calcestruzzo, laterizio) o altri di nuova concezione (PCM-phase change materials).
All’epoca i risultati ottenuti furono enormi e così si creò il modello di abitazione più performante in termini di efficienza e risparmio energetico, Passivhaus.
Quali sono le sue caratteristiche?
I punti focali di una casa passiva sono: isolamento termico, calore interno, finestre termiche, forma ed esposizione, ventilazione.
L’isolamento si ottiene con muri più spessi (30 centimetri circa, contro gli 8-10 delle case tradizionali), in cui l’isolante è collocato nello strato più esterno. La casa così può trarre calore anche da altre fonti come al tv o l’acqua calda che usiamo di solito per le mansioni giornaliere. Contro la dispersione di calore possono aiutare le finestre a tripli vetro, posizionate strategicamente affinché catturino la luce solare. Anche la forma dell’abitazione ha la sua influenza, perché volumi compatti sono preferibili a costruzioni spezzate e distribuite.
E per finire c’è la ventilazione controllata, ovvero un sistema che permette all’aria in entrata di assorbire fino all’80-90% del calore dell’aria in uscita. Così tenere le finestre aperte non è più un problema, anzi aiuta a uniformare la temperatura delle diverse zone dell’edificio, recuperando il calore dalle stanze dove se ne produce di più (come il bagno e la cucina) per trasferirlo a quelle più fredde, come le camere da letto.
Se volgiamo invece parlare di numeri allora bisogna sapere che una casa passiva consuma in media 1,5 litri di carburante (circa 15 Kwh) per metro quadro, contro i 10-12 litri richiesti da una casa tradizionale. Si parla quindi di un risparmio del 90%!