Il giardino della Fondazione Querini Stampalia a Venezia
Quale luogo migliore se non Venezia… La sua laguna, le sue acque, lo scenario perfetto per una storia che parla di restauro sapiente e di altissimo rispetto verso la storia dei luoghi e la società. Grazie alla mente e al genio di uno dei più grandi architetti della nostra storia: Carlo Scarpa.
La Fondazione Querini Stampalia a Venezia nasce nel 1869 dopo la morte di Giovanni Querini Stampalia che nella sua vita raccolse e collezionò opere e volumi di grande pregio e interesse culturale e storico. La grande volontà fu quella di istituire una biblioteca fruibile al pubblico proprio negli orari in cui altre biblioteche non sono accessibili. Ad oggi, grazie al sostegno delle donazioni, da 150 anni la fondazione elargisce i suoi preziosi contenuti. Questo luogo è anche fulcro culturale per eventi legati all’arte contemporanea, alla musica, alla letteratura.
Una tappa imperdibile nella vita per gli amanti dell’arte e dell’architettura!
Il Palazzo era un’antica dimora del ‘500 soggetta inevitabilmente al passare deteriorante del tempo. Con le annesse problematiche legate agli accessi, alla manutenzione, all’evoluzione della fruibilità degli spazi dal passato ad oggi. A queste criticità i tre architetti chiamati in causa rispondono con tre interventi distinti ma dialoganti tra loro. Che ne valorizzano gli spazi e ne tutelano l’anima della struttura:
Come definirlo? Un grande maestro dell’architettura del ‘900? Un genio del disegno, un immenso conoscitore? Egli stesso si definiva un “raziocinante”. Si nutriva della necessità di ricomporre, di riordinare, di riempire di significato spazi e forme. Di definire attraverso una logica sì razionale verso la conquista della forma. Ma altresì una grande sensibilità verso l’uomo che potesse, a questo stadio di completezza architettonica, riconoscere il senso che riverbera nei simboli che l’architetto sapientemente calibrava nel suo progetto. Creando un percorso che sfocia infine sulla rivelazione del significato.
La città lagunare è segnata dal rapporto imprescindibile con le sue acque che si infiltrano e che lei stessa imprigiona nelle sue mura. Simbolo di vita e morte, di amore ed odio al contempo.
Ed è proprio qui, in una città mitica e misteriosa come Venezia, che prende luogo il suo progetto di restauro. Qui il compito di risistemare una parte del piano terra ed il giardino sul retro del palazzo che si trovano in uno stato di estremo abbandono e degrado. Reso inutilizzabile dalle invasioni continue di acqua marina. L’intervento di restauro di Scarpa si basa su un misurato accostamento di elementi nuovi e antichi e su una grande maestria nell’uso dei materiali.
La sala espositiva che collega al giardino gioca un ruolo d’accordo tra il canale su cui si affaccia il palazzo e l’hortus conclusus (dal lat.: giardino recintato). Attraverso un legame visivo reso possibile dalle ampie vetrate che non interrompono la relazione dell’elemento acqua fuori e dentro il palazzo, fino a prendere forma nel giardino.
Scarpa organizza questo spazio a pianta rettangolare come uno dei momenti fondamentali del suo progetto di restauro. Facendo grande attenzione alla collocazione delle varietas botanica. Seguendo i canoni dell’ hortus conclusus con una chiave di lettura contemporanea, tipica del linguaggio architettonico di Scarpa. Ad esempio, il prato contenuto da un muro perimetrale in calcestruzzo che sì raccoglie e definisce la forma del giardino ma che è abbellito da un mosaico lineare di tessere marmoree policrome che ritmano lo spazio. Le stesse tessere che troviamo nella sala di accesso al giardino e che quindi comprendiamo essere come simboli che troviamo lungo un percorso finemente concepito che ci guida verso il fulcro.
Il giardino della Fondazione Querini Stampalia a Venezia: le forme dell’acqua e il loro suono.
“Forme, architetture, casse armoniche in cui l’elemento acqua risuona e dialoga con gli spazi e la natura…”
Il coinvolgimento dei sensi rende tutto ancora più affascinante. L’elemento acqua viene percepito anche attraverso l’udito come una musica che cambia. Grazie alle diverse forme e materiali in cui l’acqua scorre o viene raccolta. Partendo da una scultura labirintica per poi passare in un canale. Sino a scendere in un gocciolatoio di pietra d’Istria. Per scomparire e riapparire in una vasca in tessere vitree e cemento, all’interno della quale ne pone una seconda in rame.
Il giardino della Fondazione Querini Stampalia … una musica dedicata a Venezia e al suo Palazzo Querini. Al mare che entra nella città, muta e si fa canale per poi infiltrarsi ancora e assumere ora nuove forme e nuovi suoni nel giardino…”
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