Nella prima metà degli anni ’70 il degrado urbano della città di New York stava prendendo il sopravvento. Sulla Eldridge Street, dietro David Lloyd Wilkie (poi conosciuto come Adam Purple) venne raso al suolo un edificio, e l’attivista e artista decise con sua moglie di far nascere della vita in mezzo a quel cumulo di macerie e dare ai bambini della Grande Mela un luogo verde in cui giocare per vivere al meglio la loro infanzia.
Era il 1975 quando Adam Purple, noto per indossare sempre qualcosa di viola, decise di creare un giardino sulla Forsyth Street nel Lower East Side di Manhattan. Ci vollero cinque anni per realizzare il giardino, il processo di sgombero richiese molto tempo perché la coppia usò solo attrezzi manuali, senza l’aiuto di macchinari moderni considerati “antirivoluzionari”. Portò fisicamente mattoni e materiali da costruzione lontano dal sito, e prendeva il letame dalle carrozze trainate da cavalli intorno a Central Park per creare un suolo fertile.
Il giardino era disegnato attorno a cerchi concentrici con al centro un simbolo yin-yang. Collocò il suo giardino attorno a edifici abbandonati e, man mano che gli edifici si affievolivano sempre più, il suo giardino continuava a crescere. Ha lavorato continuamente per sviluppare un giardino concentrico che alla fine sarebbe cresciuto fino a 15.000 piedi quadrati (1400 metri quadrati). Vi era una vasta gamma di prodotti, tra cui mais, cetrioli, pomodori ciliegia, asparagi, lamponi neri, fragole e 45 alberi tra cui otto noci nere.
Il giardino divenne rapidamente un’attrazione nel quartiere e in tutta la città. Non solo era un’oasi verde in un deserto di macerie e cemento, ma forniva anche cibo sotto forma di mais, frutti di bosco, pomodori e cetrioli. All’inizio degli anni ’80, divenne piuttosto popolare.
Sfortunatamente, la sua idea non è mai stata realmente presa in considerazione dalle autorità. La comunità chiese che il Giardino dell’Eden venisse protetto, ma non ciò non accadde, il terreno era edificabile e nel gennaio 1986 i bulldozer lo rasero al suolo in pochi minuti.
Un triste finale per un’opera di un uomo che con le sue forze ha voluto creare qualcosa di bello per la comunità, un’area verde in mezzo all’urbanizzazione incalzante.
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