Conoscere il contratto stipulato con il proprio fornitore di luce è essenziale, in quanto permette di tutelarsi e di capire anche se e quando è arrivato il momento di cambiare offerta. Con l’arrivo delle prime bollette di quest’anno, sono sempre di più coloro che si chiedono se il contratto luce sia davvero conveniente. Ma come scegliere l’offerta mercato luce migliore (ad link)? È preferibile il mercato libero o quello tutelato?
Il mercato tutelato sarà in vigore fino a gennaio 2024. Motivo per il quale sono molti coloro che stanno scegliendo di passare dal regime di tutela al mercato libero. Di seguito le principali differenze per disporre di elementi utili ai fini della scelta individuale.
L’offerta luce nel regime di tutela definisce la condizione nella quale i consumatori hanno accesso a energia e condizioni economiche contrattuali che vengono fissate dall’ARERA ossia dall’Autorità di Regolazione Energia Reti e Ambiente.
Ciò significa che tutti coloro che hanno un contratto luce nel mercato tutelato pagano lo stesso prezzo.
Ma a quanto ammonta il prezzo del regime di tutela? I costi non sono sempre uguali, infatti, ogni 3 mesi l’ARERA stabilisce il prezzo in base all’andamento dei mercati e al costo della luce all’ingrosso.
Il motivo del cambio dei costi trimestrali è dovuto al fatto che la società pubblica compra l’energia come acquirente unico e poi la distribuisce, rivendendola agli operatori, con un margine di guadagno minimo.
Per il secondo trimestre del 2022, l’ARERA ha fissato un costo di 41.34 centesimi a kWh che, se paragonato al secondo trimestre del 2021, è pari al doppio. Infatti, all’epoca questo era fissato a 20,83 centesimi.
Il mercato libero funziona in modo totalmente differente rispetto a quello tutelato. In questo caso non c’è un compratore unico e il prezzo non cambia trimestralmente, ma si sigla un contratto con un’azienda privata che in base alle proprie strategie commerciali può proporre agli acquirenti.
Il costo della materia prima è ancorato sempre al mercato reale, ma non lo è strettamente a quello finanziario. In quanto compra e rivende la luce siglando degli accordi con i più grandi fornitori al mondo attraverso dei contratti che in genere hanno scadenze a medio o lungo termine.
Dato che il mercato tutelato, secondo quanto previsto, dovrebbe cessare di esistere nel 2024, sono molti coloro che si stanno spostando verso il mercato libero della luce e che siglano contratti con un prezzo della materia prima che può essere fisso o variabile.
Infatti, esistono offerte che presentano una variazione del costo della materia prima da pagare in modo automatico o periodico, a scadenze prefissate o in base ai prezzi del mercato all’ingrosso.
Se il contratto è fisso in genere ha una scadenza a un anno, due anni o tre e l’utente paga quanto stabilito inizialmente indipendentemente dall’andamento del mercato.
Questi ultimi sono di certo i contratti più vantaggiosi in quanto essendo a prezzo fisso protegge dai rincari, come quelli che si sono verificati nell’ultimo periodo.
È buona norma conoscere bene la tipologia di contratto siglato con il proprio fornitore luce: il primo passo è leggerlo, comprendere bene quanto si stia pagando a kWh e determinare se sia opportuno valutare un cambiamento.
Naturalmente oltre al costo di ciascun kWh, è consigliabile essere a conoscenza anche di altre voci di costo, come l’IVA, il trasporto e altre che possano impattare sulle bollette.
Inoltre, è possibile verificare anche quali sono le compagnie più sostenibili e che propongono offerte che prevedano approvvigionamento delle materie prime da fonti rinnovabili.
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