Ogni paese ne possiede uno: l’Orto Botanico, ma solo a Padova troviamo quello più antico al mondo!
Le ultime giornate calde ci hanno dato l’arrivederci. Siamo ormai entrati nella nuova stagione, che per alcuni versi viene sempre un po’ sottovalutata. Certo ognuno di noi ne ha una “sua preferita”. Ma che ne pensate se magari cercassimo di cogliere il meglio di tutte le stagioni? Approfittare dei colori unici delle foglie che stanno per ingiallirsi e creano trame affascinanti contro il cielo. Il profumo del sottobosco in una passeggiata al parco. I primi funghi a tavola. Un bel mazzolino di Dalie bordeaux dai petali vellutati che ci accoglie in casa. Ogni stagione ha il suo perché. La natura ci regala emozioni. Noi dobbiamo solo approfittarne, quindi quale motivo migliore se non una gita fuori porta per goderci questi pomeriggi dal timido sole?
Non serve andare lontano per trovare un posto accogliente, dove trascorrere una giornata immersi nella natura. Col naso all’insù tra i colori di fiori e piante provenienti da tutto il mondo e architetture all’avanguardia. Un luogo affascinante e misterioso, serre retrò che ci raccontano di epoche passate, alberi giganti e frutti sconosciuti che inebriano l’aria di profumi lontani. Ma anche restauri e ultime tecnologie rendono una visita interattiva interessante sia agli adulti che ai più piccoli.
In Italia, il nostro Paese eccelle in un primato, l’Orto botanico universitario più antico del Mondo, è l’Orto Botanico di Padova, impiantato nel lontano 1545. Uno spazio antico, formato da un nucleo centrale circolare cinto da una balaustra in marmo bianco, che racchiude un orto dal disegno puramente rinascimentale. Diviso da vili perpendicolari in quattro quadrati ognuno di essi adornato di aiuole che seguono i tipici schemi di impianto dell’epoca.
Qui si possono trovare le più comuni piante aromatiche e medicamentose di cui i monaci e gli studiosi di quel tempo avevano imparato a conoscerne le proprietà curative. Ma anche alberi monumentali come una Magnolia grandiflora del 1786 e un Ginkgo biloba del 1750. Ma ce né una che ancora più delle altre è testimone della grande storia di questo posto incantevole. Si tratta di una Palma di San Pietro (Chamaerops humilis ), la più vecchia in assoluto, piantata nel 1585! Conosciuta anche come la Palma di Goethe che proprio a questo esemplare dedicò alcuni dei suoi scritti scientifici.
Pieno di storia e fonte di saperi questo Orto botanico vanta anche il privilegio di essere in stretta relazione con il polo universitario della città. Nel 1997 entra a far parte della Lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO. Consapevole di questa importante eredità storica che racchiude, lancia un importante messaggio di speranza. Abbracciare un progetto che possa proiettare tutto questo verso il futuro. Dando la possibilità alle generazioni di poter godere delle meravigliose opere naturali che nel tempo hanno reso grande questo luogo.
Da qui inizia la sfida: preservare ma con uno sguardo al futuro. Descritto come un gioiello di straordinario valore che dal settembre 2014 si è arricchito di un ulteriore appendice. Tutta nuova e super tecnologica: Il Giardino della Biodiversità. Un progetto firmato da Giorgio Strapazzon, architetto dello Studio VS Associati di Marostica. Che ha pensato per questo scopo un padiglione trasparente capace di racchiudere in sé le piante dei principali ambienti del pianeta! Una struttura in vetro, luminosa che lascia ampio respiro alla vegetazione grazie ad un sistema di finestre alimentate dall’energia di pannelli fotovoltaici ma non solo. Anche l’acqua che sgorga dalle pareti come un importante elemento decorativo è ricavata in parte da quella piovana e viene utilizzata per l’irrigazione delle serre. Si tratta di un Giardino a impatto quasi zero.
Un percorso ricco di attrazioni e tanta interattività accompagnerà l’uomo alla scoperta della vegetazione del mondo. Dall’ambiente lussureggiante dell’equatore alla sughera della zona temperata. Non solo alberi ma anche materiali e materie prime utilizzate dalle popolazioni indigene. Un viaggio in cui vengono risvegliati i nostri sensi. A differenza dei classici musei in cui tutto si può guardare ma nulla si può toccare!
Dunque un Giardino della Biodiversità nuovo ed importante per l’Italia. In cui la tecnologia e le energie pulite hanno dato un nuovo stile a questo grande luogo così pieno di storia, che vale la pena tramandare.
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