Ancora un post dedicato alla città lagunare più famosa del mondo, oggi scopriamo Venezia ed il suo giardino d’avanguardia Peggy Guggenheim Collection.
Ancora Venezia dunque, custode di grandi opere d’arte che segnano la storia, e dei suoi personaggi eclettici, che hanno scandito le tendenze del XX secolo. Peggy Guggenheim e la sua straordinaria collezione d’arte trovano luogo nel Palazzo Venier dei Leoni, le cui linee sono ammorbidite dagli alberi del suo giardino interno, che forma una piacevole cesura nella marcia solenne dei palazzi che si affacciano sul Canal Grande, dall’Accademia alla Basilica della Salute.
Un Palazzo certamente fuori dal comune quello della famiglia Venier a Venezia, tra le famiglie più storiche ed importanti della città dei Dogi, iniziato nel 1748 su progetto dell’architetto Lorenzo Boschetti, ma il cui destino fu quello di rimanere “magnificamente incompiuto”.
Circostanze tutt’ora sconosciute impedirono il proseguimento dei lavori dell’edificio. Probabilmente le risorse economiche vennero a mancare. Oppure, come si narra, la potente famiglia Corner, che viveva nel palazzo di fronte, si oppose alla costruzione di un edificio che avrebbe superato il proprio per grandezza e magnificenza. Non è neppure noto come il nome del palazzo sia giunto ad associarsi ai leoni anche se la storia del passato vuole che nel giardino venisse tenuto un leone. Più probabile che il nome derivi dalle teste di leone in pietra d’Istria che decorano la facciata al livello dell’acqua.
Vissuta in tutto il mondo ma sempre legata alle sue origini americane. Una vita d’avangard, tra viaggi, salotti letterari, ateliers bohémien, e artisti spregiudicati e nonostante lo scenario crudele della Seconda Guerra Mondiale, Peggy Guggenheim (1898-1979) era continuamente affascinata dall’arte e dalle sue pratiche innovative divenendo, a 39 anni, uno dei mecenati più importanti del XX secolo. In breve tempo la sua collezione privata (PEGGY GUGGENHEIM COLLECTION MOSTRE E ARTISTI) divenne così importante da avere bisogno di uno spazio adeguato ad ospitare le sue eccezionali opere che spaziano dal Cubismo all’Espressionismo astratto americano, nonché un giardino per lei e i suoi amati cani.
E allora è solo nel 1949 che il Palazzo Venier divenne la dimora perfetta, un ampio edificio in pietra bianca costituito da seminterrato, primo piano e un grande giardino.
Uno spazio verde tutto per lei, racchiuso e nascosto dalle mura dell’edificio che si sviluppa come a ferro di cavallo tutto intorno. Un luogo ombreggiato da alberi secolari, dove amava ricevere gli amici e i suoi amati e protetti artisti. Nel tempo questo luogo venne riconosciuto come parte integrante del museo e dunque come una stanza a cielo aperto perfetta ad accogliere ed esporre che negli anni si ingrandì grazie ai piccoli altri giardini delle abitazioni adiacenti che vennero annessi al corpo centrale.
Nel 2010, lo studio Nelson Byrd Woltz Landscape Architects in consociazione con l’architetto paesaggista Isotta Cortesi, viene incaricato, dal direttore della Collezione Philip Rylands, di riprogettare interamente i giardini per armonizzarne gli diversi spazi verdi. L’obiettivo fu quello di dare alla composizione del verde la stessa importanza rivolta alle opere d’arte che il giardino avrebbe dovuto contenere, facendo del giardino stesso un museo vivente con importanti varietà botaniche.
Grande sensibilità e studio sono state riservate al recupero e la valorizzazione delle pavimentazioni dal prezioso valore storico. Si tratta infatti di diversi esemplari di mattoni e marmi veneti, recuperati per l’importante valore e perché necessari all’elevato calpestio del museo. La strategia di riprogettazione consiste nel valorizzare lo spazio esterno costituito dai vari giardini acquisiti in un unico grande spazio verde articolato nelle diverse stanze. Il suo percorso storico viene sottolineato inserendo la vegetazione proprio laddove c’erano i muri divisori in cui si trovano gli accessi ai vari giardini, definendo un unico complesso verde a corte chiamato Giardino di Nasher.
Tra le specie botaniche è stato scelto il Trachelospermum che ricopre i muri e profuma l’aria durante il suo periodo di fioritura in giugno. Accostato ad aiuole di felci, muscari, acanti. Il disegno di base è costituito dalla scelta di piante sempreverdi che strutturano e definiscono il giardino anche in inverno. Mentre le erbacee perenni caducifoglie e le bulbose sono state inserite come macchie di colore lungo le bordure come Allium, Helleborus, Geranium e diverse collezioni di Rose rare donate da personaggi illustri. Alcune specie americane trovano spazio in onore alle origini della magnate statunitense, come gli esemplari di Tilia americana e di Betula nigra.
La collezione Peggy Guggenheim è un luogo unico e affascinante dove sono esposti centinaia di capolavori dei più grandi artisti del ventesimo secolo come Picasso, Pollock, de Chirico, Kandinsky. Un luogo assolutamente da visitare per tutti coloro che si trovano a Venezia! Se poi vuoi dei suggerimenti per gustare 10 piatti tipici veneziani a meno di 20 euro, clicca qui!
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