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Cucina: questione di gusto

Tutto è più facile da dire in una cucina, tutto è sfumato da questa intenzione di condivisione, e l’appetito fa scorrere nuova linfa nelle cose, scrive Serge Joncour.
La cucina è un luogo poetico: è il posto della memoria, delle ricette tramandate da generazioni, dei cinque sensi, uno spazio di convivialità e di autentico piacere ma anche di sperimentazione e innovazione, culinaria e non solo. Un luogo, dunque, in cui passato e presente convivono, tanto nelle ricette quanto nell’arredamento.

Gicinque, azienda della famiglia Zaccariotto, che produce cucine per il mercato italiano e internazionale da più di cinquant’anni, su questa relazione tra passato e presente ha sempre posto grande attenzione, ambendo a far rivivere la grazia di un’estetica antica in termini di design attuale; con particolare cura per la ecocompatibilità, l’utilizzo di metodi moderni di produzione e materiali di prima qualità. L’obiettivo della produzione attuale – si può leggere nella dichiarazione d’intenti dell’azienda – sia contemporanea che classica, è quello di incontrare i gusti più svariati e trovare un’adatta collocazione in qualsiasi tipo di ambiente.
Cucine moderne
Gicinque propone collezioni di cucine moderne e classiche, che vantano modelli con design molto diversi fra loro, per incontrare la gamma più vasta di esigenze di arredo. La cucina moderna, in particolare, rappresenta il massimo equilibrio tra design innovativo e funzionalità, garantita dalla presenza di accessori indispensabili.

cucina
Oslo. Un nome programmatico per una cucina che si caratterizza per design contemporaneo e utilizzo del rovere dall’effetto caldo. La cucina Oslo è uno dei modelli principali della collezione cucine moderne di Gicinque: è versatile e adattabile a diversi contesti d’arredo e stili.  Nella versione con ante in rovere marino, abbinate al Bianco Luna e al Rovere Scandinavo, la caratteristica di questa cucina è lo stile urban – gusto contemporaneo e atmosfere metropolitane industriali – che non preclude, però, la possibilità di vivere un ambiente colorato e accogliente.
Se desiderate uno stile ricercato e flessibile per la vostra cucina, o se la vostra casa possiede ambienti ampi e spaziosi e open-space, lo stile urban è decisamente quello che fa per voi: ambiente moderno e stile retrò – grazie a elementi quali la maniglia a incasso effetto “vintage” e la  cappa effetto “country” – creano un armonioso compromesso tra gusto tradizionale e minimal contemporaneo.
Scegliendo Oslo, avrete soprattutto la possibilità di scegliere tra numerosi elementi di finitura creati dal legno rovere, come ad esempio: Rovere scadinavo, Rovere Tavolato, Rovere Denver.

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Myglass. Nuovo modello di cucina moderna proposto da Gicinque, ha una peculiare caratteristica:ante in vetro lucide o opache, a cui è possibile abbinare un altro materiale unico, le ante in gres, con telaio in alluminio, con o senza maniglia. La forza stilistica di Myglass è che questo modello esplora tutte le possibilità estetiche di questi materiali dal fascino irresistibile. Eleganza e innovazione sono le specificità di questa cucina. Se siete amanti delle contaminazioni tra modelli e del vetro lucido, consigliamo di dare un’occhiata anche alla versione particolare in cui Myglass è stata presentata alla fiera Foire d’Automne di Parigi: originali ante in vetro lucido tagliate in diagonale.
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Asia. Design che richiama l’Estremo oriente e stile contemporaneo: queste le caratteristiche del modello Asia, compreso nella collezione cucine moderne. Cercate un design all’avanguardia, in grado di innovare l’ambiente della vostra cucina, indipendentemente dalla sua ampiezza? Questo modello è la risposta a tutte le vostre esigenze! Costruire una zona living che assicuri continuità estetica di linee e finiture con l’ambiente della cucina è la forza di questo modello. Il gusto non è solo questione di palato, e consumare del buon cibo in un ambiente che sazia gli occhi è un ottimo modo per godersi la vita (e la cucina)!

Redazione e contributi: Heidi Bovini, Chiara Borsini.

By Designdingegno

Come utilizzare i pallet per realizzare soluzioni di design

Stai cercando qualcosa di veramente speciale per arredare il tuo magico angoletto di casa e vorresti trovare un pezzo veramente unico? Hai mai pensato di recuperare e riutilizzare i pallet industriali destinati allo smaltimento? Sono oggetti veramente versatili, se ne trovano in giro in dimensioni standard e soo componibili per creare svariate soluzioni di interior design su misura.

Pallet? Una scelta eco-sostenibile.
In un mondo generalmente consumista, la volontà consapevole di realizzare oggetti di design con prodotti che hanno ormai terminato il proprio ciclo di vita (i pallet) può rappresentare la scelta ecologica dichiarata di “stare con il pianeta”. In questo modo si riduce l’impatto sull’ecosistema ridando nuova vita ad oggetti altrimenti destinati allo smaltimento.

Photo credit: Pourfemme

Perché proprio i pallet?
I pallet sono facilmente reperibili e si possono ottenere gratuitamente o previo pagamento. Se ne trovano principalmente in due formati standard (800mmx1200mm e 1000mmx1200mm) e, proprio grazie alla standardizzazione delle misure, è facile realizzare oggetti di design basati su un modulo base ripetitivo, oppure realizzare più oggetti simili tra loro. Sono solidi e resistenti, versatili e gradevoli alla vista.

Fai-da-te o arredo d’autore?
Molti designer particolarmente sensibili al tema ambientale del riuso hanno dedicato intere collezioni d’arredamento al pallet: il risultato è stato stupefacente. Creazioni rustiche ma anche ultra-moderne, con estrema cura per ogni dettaglio. Ma all’arredo d’autore ci si può anche ispirare per il fai-da-te, arredando la proprio casa con soluzioni uniche ed irripetibili che contengono intrinsecamente la soddisfazione di averli creati con le proprie mani.
divano pallet senza schienale

Come utilizzare i pallet per realizzare soluzioni di design

Idee per soluzioni di interior design uniche.
Armati di carta abrasiva ed, eventualmente, di pennelli e vernice, si dia sfogo alla propria creatività. L’utilizzo più immediato e che richiede il minor sforzo manuale è quello che permette la realizzazione di puof o simpatici divanetti: la realizzazione di questi pezzi d’arredo è semplice e consiste nell’utilizzare uno o due pallet come base. Possono essere lasciati in tinta naturale, dopo averli opportunamente levigati con la carta abrasiva o, in alternativa, è possibile pitturarli con tinte vivaci ottenendo un effetto davvero stupefacente. Dopo aver realizzato la base, si realizza la seduta sovrapponendo materassini e cuscini secondo lo stile che si vuole ottenere. Si può scegliere se realizzare, con un altro pallet, anche la spalliera o se addossare il divano alla parete e creare la spalliera con ulteriori cuscini, che sfruttano la parete come stabile piano d’appoggio. Nelle versioni più creative, gli stessi pallet che compongono il divano fungono anche da porta-riviste, sfruttando gli spazi automaticamente creati tra le assi di legno dalla stessa forma delle pedane.
Con lo stesso criterio si possono realizzare tavolinetti da salotto e sgabelli: nella versione nature, associati a stoffe, nastri, veli e cuscini bianchi creano atmosfere molto romantiche; se pitturati di colori intensi e vivaci, realizzano ambienti rustici e carichi di vitalità.
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Per un tocco di classe ed estrosità in camera da letto, si pensi ad una giustapposizione di pallet che compongono un elegante letto basso. I pallet vengono dipinti di bianco, su di essi va posto il materasso ed il gioco è fatto: un’atmosfera rustica e quasi fiabesca.
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Se dai mobili si passa ai complementi d’arredo, graziosa è la soluzione con la quale si realizza un’accogliente cantinola per le nostre bottiglie di vino migliori. Una prima possibilità consiste nel tagliare a metà una serie di pallet e sovrapporre – a catasta – le varie metà. Si verrà a creare una serie di spazi tra le assi di legno, costituendo dei perfetti alloggiamenti (in orizzontale) per le nostre bottiglie d’annata. In alternativa, per la conservazione verticale delle bottiglie, una seconda soluzione consiste nel creare delle basi rettangolari, con lunghezza pari alla larghezza del nostro pallet ed altezza pari all’altezza dei piedini. Queste basi andranno fissate ai piedini della pedana e costituiranno il fondo dei vani porta vino. La cantinola è già pronta. Sarà sufficiente appenderla alla parete, con il lato piatto che dà verso il muro ed il lato dei piedini (sui quali si sono applicate le basi) che dà verso l’ambiente e contiene in verticale le bottiglie.
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La soluzione più eco-friendly a cui si possa pensare prevede di utilizzare il pallet come base per un vero e proprio giardino verticale. Con lo stesso sistema utilizzato per la cantinola, si creano degli alloggiamenti sui quali si adagiano piante e fiori. L’utilizzo di piante rampicanti, che si aggrovigliano attorno alle assi del pallet, rende questo oggetto molto suggestivo. L’effetto generale lascerà tutti a bocca aperta.
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Campus Etoile Academy: pietra, cibo, futuro

Campus Etoile Academy: ci sono viaggi che durano millenni, di cui si ha una data di inizio, ma non una fine. Ci sono viaggi che racchiudono i passi compiuti dagli uomini nel corso di vite e di epoche che profumano di Storia. Ci sono viaggi nascosti nelle pietre e che le pietre sanno raccontare. È il 1221. Nello splendore vescovile di Tuscania, gli scontri tra Guelfi e Ghibellini infervorano gli animi delle famiglie nobili e clericali della città. Il paesaggio è frastagliato dal colpo d’occhio di castelli e palazzi nobiliari, sorti a suffragio di una fervida attività nobiliare, politica ed economica.

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Veduta di Tuscania, nella Tuscia viterbese.

È in questo contesto che San Francesco d’Assisi attraversa le terre di Tuscia, probabilmente diretto a Roma con l’intento di perorare -senza successo- la causa della sua Regola non Bollata. Trascorrono sessant’anni dal passaggio del frate di Assisi. È il 3 Luglio del 1281 quando si decide di fondare il Complesso di San Francesco, chiesa maestosa sorta ad imperitura memoria della forza acquisita a Tuscania della fazione Guelfa delle famiglie che contano. Giovanni Sparapane da Norcia e suo figlio Antonio, due secoli dopo, verranno chiamati ad arricchire la Cappella del Complesso di San Francesco, connotandola con l’asciuttezza della loro composizione e la pragmaticità devozionale che è propria della loro arte. Ma con l’arrivo dei Francesi la grandezza del complesso conosce una sua prima decadenza. Di matrice storicamente laica, i cugini d’Oltralpe, giunti a Tuscania nel 1798, operano una soppressione degli ordini clericali, di fatto condannando all’abbandono il complesso ecclesiastico.

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La navata centrale del Campus Etoile Academy, sede di eventi e convegni.

In parte ridotta a macerie dopo il terremoto del 1700, a metà del XIX secolo verrà sconsacrata e adibita a una destinazione d’uso assolutamente più laica di quella conosciuta fino a quel momento, come mattatoio all’interno del macello pubblico. Ma è il 1971 a segnare l’anno zero per Tuscania. È il 6 Febbraio e sono le 19.09: un terremoto magnitudo 4.46 colpisce la città lasciando vittime, feriti e più di 5000 senza tetto. La copertura del Complesso di San Francesco crolla, lasciando scoperti gli affreschi nella Cappella Sparapane e nella navata principale. Da quel momento tutto cambia. I primi lavori di recupero, lunghi, costosi, farraginosi, arriveranno solo con l’avvento del nuovo millennio. Almeno fino all’entrata in scena di Rossano Boscolo, chef di fama internazionale, “figlio” del grande gruppo Boscolo, appassionato visionario di utopie nord-americane.

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Veduta del Campus Etoile Academy, con i contrafforti esterni risalenti alla fine del 1200.

Campus Etoile Academy: pietra, cibo, futuro

Un lavoro di restauro intenso, profondo, ma in linea con le tracce originali del Duecento, mantenendo la forte impronta romanica, sia nell’uso dei materiali (il tufo tipico dei promontori vulcanici della Tuscia) che nell’apposizione dei contrafforti esterni a sostegno della struttura. All’interno, il susseguirsi degli archi a tutto sesto e la concezione radiale della zona absidale, esprimono invece il netto riferimento al Gotico di fine Duecento che pervade l’Italia. Sul mantenimento assoluto di questi elementi medievali, si innestano sprazzi di contemporaneità e allestimento industriale che diventano quasi un viaggio nel tempo. Nella neutralità della pietra, si evidenzia il caldo del legno che riveste i pavimenti del ristorante e dei laboratori, mentre brilla di futurismo l’acciaio delle tecnologie di ultima generazione che allestiscono tutte le postazioni di lavoro per gli aspiranti chef di domani.

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Interno di un laboratorio di cucina del Campus, con le postazioni attrezzate.

Una concessione continua di materiali e consistenze che si alternano negli spazi e nelle strutture. Questo è il respiro internazionale della Scuola di Cucina Etoile, la prima scuola professionale nel nostro Paese in grado di rilasciare, alle migliaia di studenti dall’Italia e dal mondo, una qualifica valevole a livello europeo. Un campus americano a tutti gli effetti, dove alloggiare e studiare. Perché la cucina non è solo cibo, ma anche amore per la storia, la tradizione, la cultura. Qui la biblioteca del campus si chiama Biblioteca del Libro Antico di Cucina, ed ospita almeno 200 volumi antichi, datati tra il 1700 e il 1900, frutto di un’incessante opera di ricerca personale di Rossano Boscolo a conservazione della memoria e della tradizione italiana.

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Particolare della Biblioteca multimediale all’interno del Campus Etoile Academy, con le stampe antiche.

Qui i laboratori e le aule didattiche sono intitolati a grandi personaggi che hanno fatto la storia del cibo in Italia e nel mondo: Pellegrino Artusi, ad esempio; Vincenzo Cervio, Bartolomeo Scappi o Antonio Latini. E poi l’Orto dei semplici. O semplicemente orto, mi verrebbe da dire. Perché la materia prima passa attraverso la conoscenza, anche tattile e visiva delle sue caratteristiche e dei suoi aromi. Per questo il parco esterno della struttura ospita un centinaio di erbe aromatiche e officinali, dalle più comuni alle più ricercate; un giardino che sorge proprio laddove in epoca medievale esisteva l’orto dei semplici voluto dai frati francescani del Complesso di San Francesco.

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L’Orto dei Semplici, che ripercorre le orme dell’antico orto francescano del Complesso di San Francesco nel Duecento.

Ma sono le parole del Maestro Chef a rendere meglio di ogni altro l’obiettivo del Campus Etoile Academy: “L’alta cucina deve smettere di essere una manifestazione di lusso per pochi eletti e diventare una scelta identitaria, fatta di qualità dei prodotti del territorio e rispetto per il cibo e la nutrizione”.

Di Tamara Gori Mariage

La cucina 2.0: dal progetto alla consegna in pochi click

La cucina è uno degli ambiente della casa che viviamo più assiduamente, con tempi più o meno lunghi a seconda del momento della giornata, dalla colazione mordi e fuggi alla lunga cena con gli amici con tanto di happy hour,  ormai la cucina è diventata cucina 2.0, non solo un luogo dove semplicemente si prepara il cibo ma uno spazio in cui si condividono momenti di vita con la propria famiglia e con i propri amici, il cuore della casa che dà il taglio a tutto l’arredo della zona giorno.blogdesigndingegno_800x600_1

Vista la centralità sia simbolica che funzionale di questo spazio, è fondamentale che la cucina sia bella e confortevole; per ottenere ciò si parte sempre da un buon progetto che metta in relazione lo spazio a disposizione con le persone che utilizzeranno quello spazio.
Arredaclick.com permette di progettarsi da soli la cucina 2.0 e configurarla in base ai propri spazi, con il supporto tecnico di alcuni designer che supervisionano la scelta della cucina. Ci vuole una buona dimestichezza con il metro, con le misure in centimetri e almeno una minima cognizione degli elementi che compongono una cucina, un po’ di pazienza, un po’ di tempo ed ecco che comodamente seduti in poltrona diamo forma alla nostra nuova cucina, ne scegliamo i vari elementi, basi, pensili, top, decidiamo dove mettere lavastoviglie, fuochi e frigo, decidiamo il colore, verifichiamo il prezzo ed il gioco è fatto, dopo poco tempo la cucina dei nostri sogni verrà consegnata direttamente a casa nostra.
Arredaclick propone delle cucine personalizzabili e configurabili online attraverso un Planner che permette di progettare e successivamente configurare la cucina scegliendo tutto, fino all’ultimo dettaglio.blogdesigndingegno_800x600_2

Ma vediamo bene passo passo come è possibile acquistare la nostra nuova cucina 2.0 sul sito arredaclick.com.
Nel menu del sito scegliamo “Cucina” dal menu principale e clicchiamo su “Le nostre cucine” e poi su “Sistema 901“.
Sistema 901 propone una collezione di cucine componibili 100% made in Italy caratterizzate da ampie possibilità di personalizzazione. Le ante hanno uno spessore di 22 mm e sono disponibili in numerose finiture: legno, rovere, legno rigato, segato e nodato, e in una vasta gamma di colori opachi e lucidi. Materiali, colori e collocazione di ogni singolo elemento dell’arredo cucina sono liberi: è possibile realizzare composizioni lineari, angolari, con penisola e con isola. La versatilità di queste cucine componibili le rende adatte a qualsiasi ambientazione, permettendo di realizzare innumerevoli modelli ideali per ogni stile. La personalizzazione riguarda anche gli elettrodomestici e numerosi altri dettagli quali le maniglie, la cappa, il materiale del piano.blogdesigndingegno_800x600_3

Clicchiamo su “Progetta la tua cucina” ed entriamo in quello che è il configuratore della nostra cucina, quello che nel sito viene chiamato Visual Planner Cucine. Ma  prima di arrivare a questo punto dovremmo aver fatto il rilievo dello spazio in cui andrà montata la cucina, per sapere quanti metri e quanti centimetri abbiamo a disposizione. Dovremo aver fatto anche un piccolo schizzo o almeno uno schema mentale in cui abbiamo deciso come disporre la nostra cucina, cioè dove metto il frigo? dove metto il lavello? dove mi piacerebbe il forno? e il il piano cottura? Una volta che ci siamo chiariti questi aspetti, entro in “Progetta la tua cucina”. Ma niente panico, se non ne abbiamo la più pallida idea di come si progetta una cucina ci sono già delle composizioni tipo in cui sono già state inserite tutte le funzionalità necessarie ed un semplice Color Viewer che aiuta a visualizzare e abbinare tra loro colori e materiali.
A questo punto entriamo nel vivo del progetto e scegliamo tra i vari elementi della cucina proposti nel menu del sito: blocchi lavello lineari, blocchi lavello angolari, blocchi cottura, blocchi lavello e cottura, lavastoviglie frigorifero forno, basi pensili, colonne dispensa lineari, blocchi dispensa angolari, penisole isole, riempitivi spazi vuoti porte finestre.
Cliccando sul simbolo “+” posto sotto all’elemento scelto vedremo che in alto si comporrà il disegno della nostra cucina, che poteremmo visualizzare sia in prospetto (vista frontale) che in pianta (vista dall’alto). Man mano che aggiungiamo gli elementi avremo il prezzo e la misura totale della composizione che stiamo creando. Possiamo, inoltre, vedere la lista degli elementi inseriti cliccando su “Elenco elementi”.blogdesigndingegno_800x600_4

E se ad un certo punto ci accorgiamo che il disegno che è uscito fuori è specchiato rispetto a quello che avevamo in mente, fermi, non cancellate tutto! Basta cliccare su “specchia composizione” e come per magia il progetto viene invertito sull’asse orizzontale.
Quando tutti gli elementi sono stati inseriti clicchiamo su “Crea il tuo preventivo”, a questo punto basta inserire il nostro indirizzo di posta elettronica e saremo guidati nella fase finale della configurazione della cucina, cioè quella in cui decidiamo nel dettaglio cosa inserire, ad esempio per il modulo del lavello, la finitura delle ante (visualizzabili nel link “campionario”), quante vasche e di che marca voglio le vasche. E vado avanti così per tutti gli altri elementi della mia cucina, finchè non arrivo ad un preventivo finale.
ArredaClick offre un servizio clienti telefonico gestito da professionisti per avere un supporto nella progettazione e hanno girato un video di istruzioni completo su come montarvi da soli la vostra nuova cucina, dalla prima vite all’ultima antina. A questo punto: buon lavoro!
Redazione:Heidi Bovini

Fonte: blog.designdingegno.it

Mondo Abitare collabora con Design D’Ingengno

 

Dal rigore rinascimentale al fasto barocco

L’angusta via Ghibellina a Firenze, tra Piazza del Duomo e Piazza della Signoria, sembra davvero troppo stretta per ospitare Palazzo Borghese; non tanto per le sue dimensioni o i suoi fasti architettonici, che richiamano tutto il rigore neoclassico del Rinascimento fiorentino, quanto per il peso della Storia che attraversa quelle mura e si declama nei suoi saloni.

Tutto inizia in pieno Quattrocento. Firenze respira l’aria vivace, intellettuale e rinascimentale che Lorenzo il Magnifico le regala per tutta la durata della sua vita, fino a quel 1492 che allargherà per sempre i confini del mondo. Tutta la città è teatro di affreschi, opere, ricerche, costruzioni e declami e la famiglia Salviati non ne resta esclusa: proprietaria di due immobili lungo quella via, intraprende dei lunghi lavori di ristrutturazione per accorparli e conferirgli la magnificenza che la loro posizione di Marchesi reclama. Sono lavori che si svilupperanno in due fasi: la prima si concluderà agli inizi del 1500 e conferirà tutta l’ intransigenza neoclassica alla struttura del Palazzo; image
la seconda fase invece, avviata nel 1529 e affidata all’architetto Gherardo Silvani, si protrarrà fino al 1675, catapultando il destino di Palazzo Borghese dentro i fasti del Barocco fiorentino. Sarà durante l’Ottocento, attraverso il matrimonio tra Anna Salviati e il Principe romano Marcantonio IV Borghese, alla cui famiglia passeranno molte delle proprietà dei Salviati, che il Palazzo diverrà Borghese Aldobrandini.image-1

La dualità di Palazzo Borghese è forse la sua caratteristica prima, quasi una doppia personalità in grado di raccontare l’evoluzione architetturale attraverso i secoli. E se l’esterno è quasi manieristico nella linearità della sua struttura, gli interni sono in grado di lasciare senza fiato per la magnificenza e l’opulenza che riescono a raccontare. Superato l’ingresso si apre l’imponente Scalone d’Onore che conduce al Piano Nobile.

E qui l’occhio non ha più tregua: i riflessi della Sala degli Specchi sembrano riprodurre in miniatura l’omonimo salone nella Reggia di Versailles, forse una rievocazione delle origini francesi che Paolina Bonaparte ha voluto donare a quel palazzo che la ospitò così a lungo.

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Specchi alle pareti, oro ovunque e affreschi imponenti, che obbligano a carpire quanto più si può con lo sguardo all’insù. E sarà così per tutto il percorso che si snoderà attraverso i salotti i cui nomi sono legati al colore dei drappeggi originali che rivestono le pareti.

Ma il cuore del Palazzo, quello che non lasciava dubbi sulla grandezza della famiglia Salviati prima e dei Borghese poi, era ed è sicuramente la Galleria Monumentale o Salone delle Feste: un gioiello architettonico e artistico che lascia estasiati; duecento metri quadrati di affreschi, stucchi, bassorilievi, nicchie, statue, colonne e tendaggi.

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Un’esplosione di fasto, di magnificenza, che ha reso Palazzo Borghese uno dei luoghi di rappresentanza del capoluogo toscano.Ed oggi, attraverso ricevimenti, matrimoni, presentazioni di famosi brand del Made in Italy, gala di beneficenza di prestigiosi Circoli privati, Palazzo Borghese ha rievocato tutta la sua destinazione nobiliare.

Fonte: http://www.tamaragorimariage.com

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Mondo Abitare collabora con Tamara Gori Mariage

Benvenuti!

COS’E’ MONDO ABITARE

Mondo Abitare è un Blog, una pagina Facebook, un account su Google+, centinaia di foto pubblicate su Pinterest, presto un sito web ed un e-commerce dedicato ai fans.

Mondo Abitare è soprattutto un’idea, un progetto in divenire, la certezza che solo attraverso la condivisione delle informazioni, dei progetti, della conoscenza, si possano creare le condizioni da cui potrà scaturire quella scintilla che creerà sviluppo, impresa, crescita.

Mondo Abitare è la voglia di esplorare le opportunità del web 3.0, di dialogare, condividere, scegliere.

Mondo Abitare è un vortice di idee, commenti, giudizi, opinioni, scambiati tra architetti, interior designer, blogger, produttori, fornitori e clienti finali.

IL BLOG DI MONDO ABITARE

Il blog di Mondo Abitare è uno “spazio” virtuale dedicato a tutti coloro che amano la casa. Tutte le novità, le tendenze e le idee più originali su architettura, design, arredamento e stili di vita.

In questo blog ognuno potrà provare a “costruire” ed arredare la sua casa, anche solo immaginarla. Proprio quella casa che non siete ancora riusciti a realizzare, ma che “sapete che esiste”.

Vi guideremo tra concept, moda, tendenze e design, mostrandovi il meglio del panorama italiano ed internazionale. Vi forniremo spunti ed idee per realizzare la casa dei vostri sogni.

Benvenuti e… buon viaggio!

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“La gente cerca la felicità come un ubriaco cerca casa sua: non riesce a trovarla ma sa che esiste.” (Voltaire)

Apparecchiare la tavola … a Natale e non solo

Arriva il Natale, delizia per molti, preoccupazione per alcune. Sì, perché con il Natale arrivano i parenti, gli amici, i piatti da preparare, ma soprattutto…la tavola da apparecchiare!

Sorvolando in fretta il ruolo della tavola nella storia che meriterebbe un simpatico capitolo a sé, possiamo iniziare a dire che le regole generali che condizionano l’allestimento di una tavola sono dettate dal galateo, in parte rivisitato, che ne analizza tutti gli aspetti.

Iniziamo dalla tovaglia. E’ probabilmente la regina di una mise-en-place quindi va scelta con attenzione, partendo dal presupposto che il classico non tramonta mai; quindi via libera al lino o ad un buon cotone, ai colori neutri e ai decori tono su tono. La condizione necessaria però, oltre alla pulizia della tovaglia, è l’assenza di quelle antiestetiche linee di piegatura che fanno tanto “ho preso la tovaglia dal cassetto”! Quindi mi raccomando, una passata veloce sotto il ferro da stiro e passa la paura.


Passiamo alle posate: a destra del commensale vanno posti il coltello (lama rivolta verso il piatto!) e il cucchiaio, sulla parte più esterna e solo se necessario al menu. A sinistra del piatto vanno poste le forchette nel numero necessario alle portate previste e con i rebbi verso l’alto (a meno che non siate una famiglia nobile, con tanto di stemma araldico sul retro della forchetta, per cui è prevista una mise-en-place alla francese -Caterina de’ Medici docet!-). La regola d’uso delle posate prevede di partire da quelle più esterne. Il cucchiaio e la forchetta da dolce vanno posti nella parte superiore del piatto, la forchetta verso destra, il cucchiaio verso sinistra. Il tovagliolo può essere posizionato sulla estrema sinistra del piatto oppure sul piatto stesso, magari raccolto con un portatovagliolo che segni lo stile della tavola.

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Bicchieri. A loro è riservato l’angolo superiore a destra del piatto, seguendo questo ordine: prima il calice da vino bianco, poi quello da vino rosso, naturalmente se è previsto il servizio di entrambi i vini, infine il bicchiere per l’acqua. Se vogliamo aprire con uno metodo classico da entrée, a lui sarà riservato il flute, da posizionare come il vertice di un triangolo dietro gli altri bicchieri.


Apriamo il capitolo centrotavola, dicendo che rende sicuramente la tavola accogliente, bella da vedere, ma spesso difficile da vivere. Quindi partiamo da una regola base: prevedetelo solo se la tavola è abbastanza grande da non creare disagio ai commensali e al cibo; se si sviluppa in lunghezza sulla tavola, preoccupatevi che non abbia un’ altezza superiore ai 35 centimetri; se vi siete lasciate ispirare da una decorazione sviluppata in altezza, fate in modo che si apre sopra i 65 centimetri, così che i vostri ospiti non dovranno fare capolino tra un fiore e una candela per poter parlare. Se queste condizioni non possono essere rispettate, allora declinate verso qualche piccolo oggetto o delle candele basse non profumate, tanto per decorare senza. 

Infine, come porre le posate durante e dopo il pasto? Croce e delizia dei più, a seconda di come posizioniamo le posate sul piatto comunichiamo qualcosa. Se si sta facendo solo una pausa e si vuole continuare a mangiare, le posate sono poste per così dire, alle “quattro e quaranta”, mentre se abbiamo terminato di mangiare, forchetta e coltello saranno posizionati come se fossero le sei e mezza. Il piatto è stato davvero eccellente? Allora forchetta e coltello saranno poste orizzontalmente al centro del piatto, mentre il fatidico bis si chiede con le posate a croce, coltello sotto forchetta sopra. Vi siete sforzati ma la portata proprio non vi è andata né su, né giù? Elegantemente porrete le posate sul piatto, con il coltello incastrato nei rebbi della forchetta … Tutto questo, sperando che chi serve a tavola conosca il linguaggio delle posate!

E ora…buona tavola a tutti!

Fonte: http://www.tamaragorimariage.com

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Mondo Abitare collabora con Tamara Gori Mariage

Il Light Design per "vestire" ambienti e atmosfere

La luce ha la naturale capacità di catturare come un magnete le nostre emozioni. La luce riesce a scaldare l’anima, a coccolare l’immaginazione; è capace di esaltare la bellezza o di celare l’inguardabile. Realizzare tutto questo attraverso l’uso sapiente della luce e dei suoi mille riflessi iridescenti, è una vera e propria arte e si chiama Light Design. Di certo non si improvvisa, ma si acquisisce con una buona preparazione, accompagnata da una dose di buon gusto. Proviamo qui a dare delle dritte di massima che possano aiutarci a capire come un ambiente, una tavola o un’atmosfera cambino a seconda dell’uso che si fa delle luci. Innanzitutto parlando di allestimenti interni, occorre distinguere tra ambienti classici e formali e quelli più semplici e informali. Nel primo caso ci si trova di fronte a luoghi generalmente imponenti, ricchi di storia e di arte; va da sé che anche gli allestimenti si adegueranno, attraverso l’uso di lampadari barocchi ad esempio, che avranno il ruolo non solo di esaltare la magnificenza degli elementi, ma anche di ridimensionare altezze imponenti, riequilibrando gli ambienti.
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Stessa attenzione vale per l’allestimento della tavola, che vedrà un runner dove i candelabri classici saranno protagonisti; in questo caso le candele saranno esclusivamente quelle classiche, lunghe e affusolate, assolutamente di cera naturale e necessariamente accese, anche di giorno.
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Altro discorso per un ambiente informale o dove si vuole ricreare un’atmosfera più natural; in questi casi la fantasia può farsi strada in maniera più audace, giocando con gli elementi che ospiteranno le candele sulla tavola allestitaimage-5
o con le altezze diverse degli stessi, per regalare slancio ad una tavola elegante.
Ma ancora, si può puntare agli ambienti peculiari in cui si decide di festeggiare il matrimonio, seguendone la caratterizzazione, in una cantina storica, ad esempio, in cui il richiamo al senso di naturalità è d’obbligo,image-6
oppure in spazi contemporanei o post industriali, dove sarà richiesto di necessità un mood urbano e assolutamente minimalista.
image-7La dissertazione si amplia, quando si parla di esterni. In questo caso le luci sono davvero in grado di vestire un luogo di vesti diverse anche a seconda della stagione. Con la giusta illuminazione infatti si ricrea il gelido di un’atmosfera invernale
imageo la freschezza di una serata estiva,o ancora il sogno di mille lucciole nel cielo stellato.
Con le luci si accompagnano gli ospiti verso un viale delineato, si ricrea il sapore di una serata campestre,
si vive il sogno di una notte di mezza estate di shakespeariana memoria.
La luce è da sempre protagonista nella vita dell’uomo; ad essa è legata la convivialità e il sentirsi a casa e il suo uso magistrale può rendere indimenticabile il ricordo di un evento.

di Tamara Gori

In vendita l’affascinante villa di Cary Grant sulle assolate spiagge della California

Arriva sul mercato per 12 milioni di dollari, non una semplice casa ma la villa di Cary Grant a Santa Monica.

La villa sulla spiaggia di Cary Grant

Sulla spiaggia di una delle zone più famose della costa californiana, Santa Monica, si trova una casa ricca di storia, di ricordi ma soprattutto di stelle. Prima di diventare la casa di Cary Grand, uno dei più grandi attori della storia del cinema, ospitò star del calibro di Randolph Scott, Barbara Hutton, Irving Berlin, Howard Hughes, Sharon Tate, e anche della bellissima Grace Kelly. Stiamo quindi parlando di una casa che ha accolto gli anni d’oro del cinema raccogliendo e incorporando al suo stile l’atmosfera sfavillante e glamour degli anni ‘50-‘60. Ora, dopo 40 anni, la meravigliosa villa è in vendita per un valore di 12 milioni di dollari.

villa di Cary Grant
Villa di Cary Grant (townandcountrymag.com)

Negli anni ’30 la proprietà passò a Cary Grant, che rilevò la casa in comproprietà con Iil suo amico nonché star del cinema Randolph Scott. Grant anche dopo il matrimonio con l’ereditiera Barbara Hutton, decise di rimanere a vivere lì.

Nel periodo tra gli anni ‘40 e ‘70 la casa fu abitata da un altro attore britannico, Brian Aherne. In seguito, nel 1979 venne acquistata dai coniugi Diener. Fu così che dopo decenni di celebrità che si avvicendarono tra le stanze della ville, che per la prima volta, la proprietà passò nelle mani di persone comuni. I quali però vollero preservare il fascino unico intrinseco della casa limitando il più possibile gli interventi di ristrutturazione.

casa di cary grant
(townandcountrymag.com) (Adam Latham)

La casa si posizione su un’area di oltre mille metri quadrati ed è distribuita su due livelli. L’esterno conserva i toni romantici francesi, un cancello e poi un ampio cortile con fontana danno il benvenuto. Entrati nella magnifica villa si trova spicca una grande scala circolare che unisce il soggiorno, alla sala da pranzo e alla spaziosa veranda affacciata sul giardino posteriore. Del piano terra fanno parte anche un bagno di servizio, cantina, dispensa e cucina abitabile.

Al livello superiore sono collocate sei camere da letto. Ma la vera chicca è la stanza padronale con vista sull’oceano, corredata da ufficio, salotto, spogliatoio e ben due bagni.
A fare da contorno a tutto questo troviamo il giardino che comprende piscina e campi da paddle tennis e pickle ball. Una casa da sogno con tutti i comfort e i lussi di una vera stella di Hollywood.