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La casa di Cher in stile Tudor a Beverly Hills dal valore di $2,5 milioni

Diamo un’occhiata alla casa di Cher, attualmente al cinema con il musical Mamma mia! Here we go again.

La casa di Cher a Beverly Hills

Cherilyn Sarkisian LaPierre, conosciuta più comunemente con il sacro nome di Cher, ritorna a far parlare di sé in seguito al suo ritorno sul grande schermo con Mamma Mia! Here we go again. Il sequel del fortunato musical sulle note degli ABBA, torna con un cast davvero molto ricco: Meryl Streep, Colin Firth, Andy Garcia, Pierce Brosnan, Lily James, Amanda Seyfried e la new entry Cher con la sua voce magnetica messa in mostra l’ultima volta nel film Burlesque del 2010, al fianco di Christina Aguilera.

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La carismatica cantante, attrice, produttrice e presentatrice californiana lascia la sua casa di Beverly Hills, sul mercato per 2,5 milioni di dollari.

Casa di Cher
Casa di Cher (HILTON & HYLAND)

Iniziata la carriera come corista, diventa poi una delle cantanti più celebri al mondo. Si cimenta anche nel cinema collaborando con attori di un certo calibro come Meryl Streep e Jack Nicholson, e riesce anche a vincere un Oscar per la sua performance in Stregata dalla Luna. Ha avuto una vita costellata di amori, spesso più giovani di lei, e oltre ad essere diventata un’icona della moda è anche una delle icone gay femminili più influenti di tutto il mondo. Ormai superati i 70 anni, non ha mai nascosto di aver ricorso ad interventi chirurgici, tanto che molti la considerano un vero e proprio pioniere nell’industria della chirurgia estetica.

Casa di Cher
Casa di Cher (HILTON & HYLAND)

A quanto pare la diva americana ha deciso di abbandonare la sua casa di Beverly Hills dalla grande personalità, come la padrona.

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La casa è circondata da meravigliose viste sulle montagne, ed ha un chiaro stile Tudor. E’ composta da quattro camere da letto molto luminose, tre bagni e una cucina spaziosa e abitabile dove predomina la pietra e il colore bianco che riflettono la luce naturale.

Casa di Cher
Casa di Cher (HILTON & HYLAND)

Gli ambienti sono molto grandi, con soffitti alti decorati con travi di legno, le porte francesi poi si vanno ad unire al mix di stili che compongono la casa dal forte carattere. Il bianco delle pareti e delle finestre si sposa benissimo con il legno scuro dei pavimenti e delle travi sul soffitto.

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Nell’area esterna è presente anche un laghetto koi con una zona riservata alla meditazione e una terrazza privata. Una diva come Cher poi non poteva farsi mancare un centro benessere privato dove rilassarsi e mantenersi in forma.

Suteki House, perfetto esempio di eco-living che fonde serenità, semplicità ed eleganza

Il concetto di eco-living raggiunge un nuovo livello con la Suteki House, un bellissimo esempio di architettura organica.

Suteki House

La casa è l’incarnazione della semplicità, dove il design favorisce lo spazio, la luce e le grandi vedute. Per la costruzione sono stati usati materiali naturali e sostenibili che si adattano benissimo al design moderno ed elegante.

eco-living
Suteki House (christiesrealestate.com)

Un altro elemento interessante e affascinante della casa è l’uso della tecnica dello shakkei, ovvero quella dello scenario preso in prestito. Si tratta di una tecnica paesaggistica tipica dei giardini orientali cinesi e giapponesi, che consiste nell’incorporare elementi esterni del paesaggio all’interno della composizione di un giardino. In questo caso il paesaggio naturale viene utilizzato per abbellire l’edificio. I pionieri dell’architettura modernista e della metà del secolo, tra cui Frank Lloyd Wright e Joseph Eichler, hanno abbracciato l’antico principio dello shakkei.

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Suteki House (christiesrealestate.com)

L’architetto di Yokohama, Kengo Kuma, nel progettare Suteki House, si è concentrato sulla fusione della casa con l’ambiente naturale che la circonda.

La proprietà misura 4.739 piedi quadrati divisa e sorretta da mura di vetro altissime e con un soffitto bianco sfaccettato che imita le forme di origami. Questo livello comprende un soggiorno, una sala da pranzo, una cucina, una camera da letto matrimoniale, uno studio, oltre a un bel patio all’aperto. Una parete con feritoie verticali lungo l’ala principale funge da schermo per riparare dal sole e allo stesso tempo consente la vista sul giardino garantendo privacy dall’esterno. Una scala porta al piano superiore con due camere da letto e una camera familiare.

Il vetro ad alte prestazioni e il raffreddamento e l’illuminazione passivi offrono un controllo climatico tutto l’anno. Una casa eco-friendly che non rinuncia al design e all’eleganza, rimanendo minimal e sostenibile. L’effetto complessivo è di serenità, calore e, soprattutto, comfort

Sei un professionista e vorresti uno studio in casa tutto per te? Ecco i nostri suggerimenti!

Molti liberi professionisti, vorrebbero realizzare direttamente all’interno della propria abitazione uno studio in cui accogliere i clienti e poter portare avanti la propria professione. Ecco alcuni suggerimenti per realizzare questo sogno con stile: come arredare uno studio in casa!

Lo studio come biglietto da visita

Studio in casa
Studio in casa (foto by pixabay)

Lo studio di un libero professionista è un po’ come un biglietto da visita. Il cliente o paziente, che giunge in questo luogo deve essere accolto da un ambiente professionale, che metta subito a proprio agio.

Quindi, occorre pensare ad un ambiante dalla luce naturale e dall’arredamento semplice ed assolutamente lontano da colori forti, accecanti o tetri. L’intero ambiente deve essere a vista del cliente, non ci devono essere luoghi nascosti, poiché potrebbe suscitare sospetto o preoccupazione.

Ambienti luminosi e professionali

Un’importante caratteristica che uno studio realizzato in casa deve assolutamente avere è la luce! Ci riferiamo alla luce naturale, una bella finestra da cui lasciar entrare i raggi solari che inondano la stanza. Questo dettaglio, spesso sottovalutato, può aiutare sia nel lavoro, in quanto evita complicazioni nella vista e soprattutto fa risparmiare notevolmente su spese di corrente.

Inoltre un ambiente luminoso, si presenta assai più accogliente e professionale. Il cliente o paziente, accedendo ad uno spazio inondato da luce naturale è più propenso a lasciarsi andare, mettendosi a proprio agio. la luce naturale infatti, ha un effetto positivo sulle persone. Ed ancora, un ambiente luminoso appare anche più ordinato pulito e professionale.

Organizzazione e versatilità

studio in casa
Organizzazione e professionalità (foto by unsplash)

Nel momento in cui si decide di realizzare un ambiente di lavoro in casa, la prima cosa a cui pensare deve essere l’organizzazione e la versatilità degli ambienti. Dato che lo studio deve essere inserito nell’ambiente casa, e quindi più familiare, bisogna trovare la soluzione per annettere questa zona al resto della casa, lasciando però l’impronta migliore a seconda della destinazione di utilizzo.

Quindi, la versatilità deve essere impiegata soprattutto nell’arredamento, nello stile. Infatti il design della stanza deve avere un carattere proprio, richiamando però il resto della casa. Per quanto riguarda l’organizzazione, è assolutamente basilare, realizzare una dimensione ordinata e suddivisa. Occorre, innanzitutto, distinguere il materiale da lavoro da quello familiare. Dopodiché tutto l’occorrente da inserire nello studio deve essere ben visibile e ordinato per categorie, in modo da non confondere nulla con il resto dell’abitazione.

Una casa Carbon Positive che produce più energia di quanta ne consuma

Una società australiana chiamata ArchiBlox ha costruito la prima prima casa carbon positive che produce più energia di quanta ne consuma.

Lo studio di architettura e costruzione australiano ArchiBlox, ha realizzato il primo prototipo di casa prefabbricata al carbonio-positivo nel 2015, ovvero che genera più energia di quella che consuma e che è stata consumata per costruirla.

casa carbon positive
Casa Carbon Positive (archiblox.com.au)

Contemporanea e accogliente, la casa è sormontata da pannelli solari. Il design pensato per questa fabbricazione riesce ad adattarsi a diversi contesti, che sia la campagna o la città. Offre spazi aperti, ariosi e soprattutto luminosi, inoltre giunti flessibili possono far crescere la casa e adattarla alle esigenze degli inquilini. Senza dimenticare poi che è anche davvero molto bella e di tendenza.

casa carbon positive
Casa Carbon Positive (.archiblox.com.au)

La piccola casa sfrutta le risorse naturali per ridurre al minimo l’impatto ambientale, e in più restituisce energia all’ambiente. Un sistema di tubi sotterranei aiutano a raffreddare la casa, e la tecnologia chiamata “involucro edilizio ermetico” evita la dispersione di energia.

“Queste case offriranno ai nostri clienti l’opportunità di vivere una vita in una casa moderna sviluppata attraverso la collaborazione di sensibilità progettuali e nuove tecnologie con aziende affini.”, hanno detto gli architetti.

IKEA e NASA sbarcano su Marte con la nuova collezione Rumdit

IKEA e NASA si preparano a sbarcare su Marte con la collezione d’arredo Rumtid.

IKEA e NASA su Marte

La grande azienda svedese di arredamento low cost ha tra le sue prossime conquiste niente meno che Marte. Dopo aver annunciato una collaborazione con la NASA, sono stati presentati i primi prodotti realizzati appositamente per lo sbarco sul Pianeta Rosso previsto per il 2020.

Ikea e nasa
Rumtid, la nuova collezione IKEA in collaborazione con la NASA (ikea)

L’idea di poter un giorno abitare Marte e colonizzare nuove terre che vanno oltre i confini del nostro pianeta, sembra più reale ora che il colosso svedese ha iniziato la collaborazione con la Mars Desert Research Station, il centro di ricerca della NASA che riproduce le condizioni abitative del pianeta nel deserto dello Utah.

ikea e nasa
Rumtid, la nuova collezione IKEA in collaborazione con la NASA (ikea)

Il nome della nuova collezione, Rumtid, deriva dall’unione di due concetti: spazio “rum” e tempo “tid”. I futuristici prodotti sono stati presentati in occasione dei Democratic Design Days, conferenze annuali organizzate dall’azienda.
Stiamo parlando di un purificatore d’aria, un orto per interni, arredamenti modulari, un terrario, sistemi di illuminazione. Inoltre è stato realizzato un nuovo materiale ultraleggero, creato dalla combinazione di legno e scarti di produzione. Con questo nuovo materiale, elementi tubolari possono essere combinati tra loro in vari modi costruendo pezzi d’arredo personalizzati.

ikea e nasa
Rumtid, la nuova collezione IKEA in collaborazione con la NASA (ikea)

Questo progetto orientato verso Marte e verso potenziali capsule abitative, ha creato l’occasione di poter studiare soluzioni di arredo che possano adattarsi anche ai ridotti spazi che caratterizzano le abitazioni urbane. Approcciandosi alle condizioni più estreme possibili come possono essere delle capsule su Marte, IKEA può concentrarsi anche sull’urbanizzazione e sui piccoli spazi abitativi.

Per prepararsi a questa prova i progettisti dell’azienda hanno soggiornato dentro le capsule hotel giapponesi per riuscire a capire come vivere in ambienti molto piccoli, ed anche all’interno di un simulatore nel deserto dello Utah.

Una studentessa di design realizza mobili fatti con il letame, moderni e riciclabili. Che ne pensi?

Una studentessa dell’Università di Birmingham, Regno Unito, ha dato una nuova vita allo sterco di mucca. Ha creato dei mobili fatti di letame, modellando questo materiale indesiderato in complementi di arredo piuttosto eccentrici.

Il letame diventa un complemento d’arredo

Il letame è un fertilizzante utile, ma a parte questo non è un materiale così desiderabile. A sentire Sanelisiwe Mafa, studentessa di Product Design alla Birmingham City University, è davvero un peccato, così si è messa al lavoro cercando un modo per trasformarlo in qualcosa di utile.

Il suo prodotto finale è un materiale che può essere modellato e stilizzato in diversi elementi di arredo. E’ completamente biodegradabile e rinnovabile, e ha perso completamente il suo disgustoso odore!

mobili fatti di letame
Photo credit: Sanelisiwe Mafa

“Volevo progettare mobili che mostrassero il letame di mucca come un bellissimo materiale per il design”, ha spiegato Mafa. “Sapevo che la maggior parte dei progetti con materiali organici non sembra molto bella, anche se invia un buon messaggio e non volevo che i miei disegni seguissero lo stesso patter. Volevo progettare qualcosa che la gente avrebbe voluto comprare e avere nelle proprie case “.

Dice che la sua ispirazione è venuta in parte dai metodi di costruzione tradizionali in Africa e altrove nel mondo, in cui il letame viene usato come legante in mattoni di terra.

Mafa voleva trovare un modo per portare l’utilità del materiale nel mondo moderno, quindi ha sviluppato e perfezionato un processo di produzione a partire dal letame. Usando una resina speciale per legare tutto insieme, ha creato un materiale che può essere lavorato in una gamma di forme e dimensioni pur mantenendo i suoi dettagli originali. Lo sterco viene anche pre-trattato per eliminare ogni odore e per essere sterile, e sia esso che la resina sono biodegradabili.

Per mostrare il suo materiale, Mafa ha costruito un prototipo di sgabello e vaso di fiori su supporti di legno. Il compensato stesso può essere riciclato, mentre il letame può essere lasciato a decomporsi in concime una volta che non hai più bisogno della sedia – quindi è un pezzo di arredamento completamente verde.

I mobili per il letame non sono disponibili per l’acquisto, ma Mafa è fiduciosa non si può mai dire che le cose cambino.

L’eccentrica casa di Antonio Banderas che si affaccia su Central Park

Uno stile eccentrico e dal gran carattere quello della casa di Antonio Banderas a New York. Curiosi di dare un’occhiata?

La casa di Antonio Banderas

Conosciamo bene l’attore spagnolo Antonio Banderas, il volto caliente del cinema hollywoodiano, consacrato sul grande schermo dopo essersi calato dietro una maschera nera ed un mantello nel film La maschera di Zorro. E’ forse il film che più ricordiamo dell’attore spagnolo originario di Malaga, ma nel suo arsenale ce ne sono tanti altri degni di nota come La casa degli spiriti, Intervista col vampiro, Philadelphia, C’era una volta in Messico. 

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Casa di Antonio Banderas
Casa di Antonio Banderas (THE CORCORAN GROUP)

Banderas è pronto a lasciare la sua casa di New York dallo stile eccentrico e decisamente poco moderato. La star del Gatto con gli Stivali ha messo sul mercato il lussuoso appartamento, nell’Upper West Side, per una cifra di 8 milioni dollari.

Casa di Antonio Banderas
Casa di Antonio Banderas (THE CORCORAN GROUP)

La sala da pranzo ha una vetrata che si affaccia su Central Park, una posizione tra le più belle della città. Lo stesso vale per il vicino soggiorno con grandi finestre che danno sulla folta vegetazione del parco.  L’appartamento si trova al quarto piano ed è caratterizzato da soffitti alti 11 piedi in tutto, con quattro camere da letto tre delle quali dotate di bagno privato.

Casa di Antonio Banderas
Casa di Antonio Banderas (THE CORCORAN GROUP)

L’appartamento ospitò Banderas e la moglie di allora Melanie Griffith, insieme comprarono la casa per 3,99 milioni di dollari nel 2005. In seguito al divorzio, avvenuto nel 2015, la casa è diventata di proprietà dell’attore ed ora ha deciso di separarsene.

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La cucina è abitabile e comprende mobili personalizzati di grande impatto come il resto della casa del resto.
Luminosa e ariosa la casa non manca di far trasparire la personalità dell’attore con qualche nota di rosso acceso o tonalità più scure e intense. Rimane comunque un gioiellino newyorchese di tutto rispetto, chi sarà il nuovo proprietario?

Pareti di muschio, l’ultima tendenza in fatto di interior design

L’ultima tendenza che sta prendendo piede le pareti di muschio, un’oasi verde all’interno della vostra casa, che può anche aiutare a isolare le pareti.

Un po’ di verde in casa che non richiede manutenzione

Sempre più persone stanno rendendo più ecologiche le loro case, e questa è sicuramente una buona cosa: che si tratti di energia rinnovabile o pareti verdi, non solo può farti risparmiare un sacco di soldi e ridurre la tua impronta di carbonio, ma anche aumentare il fascino della tua casa e renderla più accogliente.

pareti di muschio
Parete di muschio. (http://trendspotinc.com)

Le pareti di muschio in realtà non sono così nuove: più di mille anni fa, i monaci Zen in Giappone avrebbero piantato muschio sulle loro mura e nei loro giardini del tempio per creare una sensazione di tranquillità ed espansività. Per molti di loro, il muschio era un elemento importante che facilitava una comunione con la natura, una rottura dalla realtà quotidiana e facilitava la meditazione. Oggi può avere lo stesso effetto: aiutarti a liberarti dallo stress della vita di tutti i giorni e semplicemente rilassati.

Joe Zazzera e Pat Mahan, due biophillic designer principali sostenitori di questa tendenza, hanno scoperto che il muschio è una soluzione ideale per le persone che vogliono avere un grande spazio verde all’interno della loro casa, ma non vogliono avere il pensiero di dover annaffiare ogni volta. Hanno così pensato di incorporare sempre più muschio al loro design per interni, aggiungendo anche elementi sostenibili, come il legno. Non è necessario annaffiarlo, può semplicemente aspirare l’umidità dall’aria.

Alcune persone optano per la copertura completa del muro, mentre altre preferiscono una piccola area, ma il risultato è simile: un verde bello e calmante che non richiede quasi nessuna manutenzione. Questa soluzione si può rivelare molto vantaggiosa per chi vive nelle affollate e inquinate città. Il muschio può (in una certa misura) purificare l’aria, proprio come qualsiasi altra pianta verde può fare.

Se le condizioni peggiorano, il muschio non appassisce, ma rimane semplicemente inattivo fino a quando le condizioni non vengono ripristinate e possono prosperare di nuovo.

ReGen Villages: villaggi futuristici del tutto autonomi che producono la loro energia e il loro cibo

Lo studio danese EFFEKT nel 2016 ha presentato la sua visione per i villaggi futuristici e verdi. Vediamo cosa sono i ReGen Villages!

ReGen Villages

Denominato ReGen Villages, il progetto immagina una comunità di edifici che producono tutto il proprio cibo ed energia, pur essendo fuori dalla rete e con un impatto ambientale estremamente basso.

Questi villaggi comprendono case con serre annesse, creando uno spazio accogliente in cui le famiglie possono coltivare frutta e verdura, e riciclare i rifiuti. I villaggi produrrebbero la propria energia utilizzando fonti rinnovabili, quindi sarebbero completamente fuori dalla rete e non richiederebbero alcun input esterno. Le case individuali integrerebbero pannelli solari fotovoltaici per generare energia e riscaldare l’acqua. Includono inoltre sistemi di riscaldamento e raffreddamento passivi e ventilazione naturale, riducendo il più possibile il consumo di energia. Sembra quasi troppo bello per essere vero, ma la cosa migliore è che la tecnologia è già qui.

ReGen Villages
ReGen Villages (businessinsider.com)

“Il nostro stile di vita moderno è assolutamente insostenibile e ciò richiede soluzioni più resilienti per il futuro”, ha spiegato il partner di EFFEKT Sinus Lynge. “La tecnologia esiste già, si tratta solo di applicare la scienza nell’architettura della vita quotidiana.”

Il progetto è stato pensato per essere distribuito nei Paesi Bassi,Svezia, Norvegia, Danimarca e Germania, e ci sono anche piani di sviluppo per Emirati Arabi, Cina e Africa.

Ciò che mi rende ancora più simile a questa idea non è solo la tecnologia e l’eco-compatibilità del progetto, ma anche il modo in cui si concentra sulla comunità. Gli abitanti sono incoraggiati a collaborare attraverso il design stesso del villaggio. Anche i residenti diventano parte dell’ecosistema locale, con diverse famiglie che possono assumere ruoli diversi nella comunità. Oltre a favorire un senso di cameratismo, questo riduce la burocrazia.

“ReGen è qualcosa di più che ridurre”, ha detto Lynge. “Si tratta di creare, creare un modello migliore per un futuro sostenibile, in cui gli attuali standard di vita possano essere sostenuti pensando in modo più intelligente, non solo più piccolo”.

Quello che fu il Giardino dell’Eden di Adam Purple a New York, una luce nell’oscurità del degrado urbano

L’artista e attivista americano Adam Purple, divenne celebre a New York per il suo Giardino dell’Eden.

Adam Purple e il Giardino dell’Eden di NY

Nella prima metà degli anni ’70 il degrado urbano della città di New York stava prendendo il sopravvento. Sulla Eldridge Street, dietro David Lloyd Wilkie (poi conosciuto come Adam Purple) venne raso al suolo un edificio, e l’attivista e artista decise con sua moglie di far nascere della vita in mezzo a quel cumulo di macerie e dare ai bambini della Grande Mela un luogo verde in cui giocare per vivere al meglio la loro infanzia.

Giardino dell'Eden
Giardino dell’Eden a New York (kickstarter.com)

Era il 1975 quando Adam Purple, noto per indossare sempre qualcosa di viola, decise di creare un giardino sulla Forsyth Street nel Lower East Side di Manhattan. Ci vollero cinque anni per realizzare il giardino, il processo di sgombero richiese molto tempo perché la coppia usò solo attrezzi manuali, senza l’aiuto di macchinari moderni considerati “antirivoluzionari”. Portò fisicamente mattoni e materiali da costruzione lontano dal sito, e prendeva il letame dalle carrozze trainate da cavalli intorno a Central Park per creare un suolo fertile.

Giardino dell'Eden
Giardino dell’Eden a New York(thisiscolossal.com)

Il giardino era disegnato attorno a cerchi concentrici con al centro un simbolo yin-yang. Collocò il suo giardino attorno a edifici abbandonati e, man mano che gli edifici si affievolivano sempre più, il suo giardino continuava a crescere. Ha lavorato continuamente per sviluppare un giardino concentrico che alla fine sarebbe cresciuto fino a 15.000 piedi quadrati (1400 metri quadrati). Vi era una vasta gamma di prodotti, tra cui mais, cetrioli, pomodori ciliegia, asparagi, lamponi neri, fragole e 45 alberi tra cui otto noci nere. 

Il giardino divenne rapidamente un’attrazione nel quartiere  e in tutta la città. Non solo era un’oasi verde in un deserto di macerie e cemento, ma forniva anche cibo sotto forma di mais, frutti di bosco, pomodori e cetrioli. All’inizio degli anni ’80, divenne piuttosto popolare.

Giardino dell'Eden
Giardino dell’Eden a New York (http://evgrieve.com)

Sfortunatamente, la sua idea non è mai stata realmente presa in considerazione dalle autorità. La comunità chiese che il Giardino dell’Eden venisse protetto, ma non ciò non accadde, il terreno era edificabile e nel gennaio 1986 i bulldozer lo rasero al suolo in pochi minuti.

Un triste finale per un’opera di un uomo che con le sue forze ha voluto creare qualcosa di bello per la comunità, un’area verde in mezzo all’urbanizzazione incalzante.